SE L’ATTO NON VERRÀ FIRMATO DAL MINISTRO DELL’AMBIENTE ENTRO IL 19 MARZO, LA SPAGNOLA GAS NATURAL POTREBBE OTTENERE IL VIA LIBERA AL PROGETTO DAL TAR LAZIO

Il solito pasticcio all’italiana, oppure qualcosa di peggio? Il progetto del terminale di rigassificazione della spagnola Gas Natural nel canale di Zaule all’interno del porto di Trieste è sospeso ad un filo, ma non è ancora cancellato. Dopo la riapertura dell’istruttoria per la V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale) decisa dal Ministro dell’Ambiente Corrado Clini il 27 dicembre 2012 su richiesta della Presidente dell’Autorità Portuale di Trieste Marina Monassi, il Ministero dell’Ambiente emanava il 18 aprile del 2013 un provvedimento di sospensione di V.I.A. per un periodo di sei mesi, nel corso del quale la società proponente il progetto (Gas Natural) avrebbe dovuto indicare un sito alternativo per la realizzazione del terminal gas.

Nell’approfondimento istruttorio era infatti emersa l’incompatibilità del sito inizialmente prescelto (in pieno porto industriale ed adiacente al terminal petroli, strategico per il Centro Europa) con lo sviluppo commerciale del porto di Trieste. Non irrilevanti inoltre gli aspetti della sicurezza sottovalutati nella prima istruttoria conclusasi con il parere positivo all’opera. Realizzare un terminal gas attaccato al più importante terminale petroli del Mediterraneo, i cui traffici sono in costante ascesa, strategico per l’Europa Centrale diventava infatti difficilmente sostenibile.

Da considerare inoltre che la scelta del rigassificatore avrebbe significato forti perdite nel mercato dei container in forte ripresa (la vera ricchezza del porto).

Per necessità di sicurezza l’intero porto avrebbe dovuto convivere con i due scomodi terminali combustibili con gravi limitazioni alle altre attività portuali. Alla scadenza della proroga dei sei mesi (18 ottobre 2013) la Gas Natural non presentava le integrazioni richieste, avendo nel frattempo impugnato al TAR del Lazio il decreto ministeriale di sospensione.

Da quel momento il Ministro dell’Ambiente avrebbe dovuto firmare il decreto di revoca di compatibilità ambientale del progetto chiudendo definitivamente la questione. Ma il nuovo Ministro dell’Ambiente Orlando non firmava l’atto, mentre Il TAR Lazio ha fissato per il 19 marzo 2014 l’udienza per l’annullamento previa sospensione dell’efficacia del decreto ministeriale. Con il rischio quindi che, se il decreto non verrà firmato prima dal  nuovo ministro dell’Ambiente (visto che nel frattempo è cambiato nuovamente il governo), il TAR del Lazio lo annulli ridando alla Gas Natural il via libera per la realizzazione del pericoloso terminale di rigassificazione. All’interno peraltro di un porto internazionale al di fuori della giurisdizione italiana. Pasticcio all’italiana.