PRIME INCOMPATIBILITÀ DEI GIUDICI DESIGNATI

E’ iniziato il 6 giugno al Tribunale di Trieste, su denuncia di altra associazione ambientalista, il processo per reato di opinione nei confronti di Roberto Giurastante responsabile Greenaction Transnational e portavoce in Italia di AAG (Alpe Adria Green). 

L’udienza del 6 giugno pur essendo di smistamento ha già dato indicazioni sulle difficoltà processuali di questo procedimento.

Il giudice dello smistamento Filippo Gulotta (presidente della sezione penale del Tribunale di Trieste) si è trovato coinvolto in un’inchiesta disciplinare avviata dal C.S.M. su denuncia dello stesso Giurastante assieme a numerosi altri magistrati del palazzo di giustizia di Trieste.

Diventando quindi incompatibile nel processo in cui imputato è appunto Giurastante. Ma il giudice, pur essendo stato debitamente sollevato il problema ben prima dell’udienza, non si è astenuto dal procedimento assumendo inoltre decisioni contro gli imputati in assenza del difensore di fiducia che aveva chiesto il rinvio dell’udienza essendo convalescente in malattia.

Il processo è quindi stato avviato, con questi non lievi vizi procedurali e pregiudiziali nei confronti degli imputati, vistisi ledere gravemente i propri diritti difensivi, e rinviato all’udienza del 21 settembre del 2011 con giudice istruttore Paolo Vascotto. Anche quest’ultimo risulta peraltro essere tra i magistrati oggetto di esposti agli organi inquirenti e disciplinari dell’autorità giudiziaria.

Il problema, non semplice dei conflitti in corso tra gli ambientalisti di Greenaction e parte del Tribunale di Trieste, è stato segnalato agli organi di controllo della magistratura anche in funzione dei procedimenti ora aperti presso le autorità comunitarie.

Roberto Giurastante è infatti tra i maggiori oppositori dei terminali di rigassificazione nel Golfo di Trieste fortemente sostenuti dalle autorità italiane ed autore di rilevanti denunce sugli inquinamenti transfrontalieri.

E dalle sue denunce sono scaturiti numerosi procedimenti di infrazione tuttora in corso nei confronti dell’Italia. Ma per la sua attività ha subito, oltre che aggressioni giudiziarie, pure pesanti intimidazioni e minacce di morte.

Per approfondimenti sull’udienza del 6 giugno si rimanda al documento “La giustizia nera” di R. Giurastante.