ADOTTATO IN VIOLAZIONE DELLA LEGISLAZIONE COMUNITARIA

Continuano le pressioni per fare approvare dal consiglio comunale di Trieste il nuovo piano regolatore. Se lo strumento urbanistico non verrà approvato entro il prossimo 6 agosto, tornerà in vigore il precedente piano regolatore, ovvero la variante 66 che permetterebbe una massiccia cementificazione a danno dell’ambiente e del paesaggio.

Ma l’approvazione di questo nuovo PRGC (variante 118) è impossibile, come ben sanno gli stessi fautori dell’appello trasmesso ai candidati sindaci, in quanto l’intero iter procedurale seguito dal Comune di Trieste è stato viziato da gravi e fin troppo sospette irregolarità. La catena di errori commessa dai funzionari comunali preposti a garantire la conformità del nuovo strumento urbanistico alla legislazione vigente ha dell’incredibile e mette in discussione ora l’intero operato dell’amministrazione comunale nella sua completezza. Gli organi tecnici, amministrativi, politici, hanno completamente appoggiato un intervento condotto fin dall’inizio in violazione della legislazione comunitaria, e pur essendone tutti informati. Si tratta evidentemente di una situazione di una gravità assoluta che come tale dovrà anche essere valutata dagli organi preposti.

Ma cosa è successo?

Semplice, il Comune di Trieste ha deciso di non effettuare la V.A.S. (Valutazione Ambientale Strategica) prima dell’adozione del PRGC ma solo successivamente escludendo di fatto dal procedimento tutti gli interessati.

Si trattava di una clamorosa violazione della Direttiva comunitaria in materia (42/2001/CE) ed un’affermazione arbitraria (ed illegittima) della prevalenza delle leggi nazionali su quelle europee!!

Peggio che peggio, il Comune di Trieste era stato informato di questi obblighi ben prima dell’adozione dello strumento urbanistico dalla nostra associazione che chiedeva di essere fatta partecipe al procedimento di V.A.S.. Ma la responsabile del settore urbanistica rispondeva incredibilmente che la procedura si sarebbe svolta successivamente all’adozione e solo prima dell’approvazione del PRGC basandosi appunto su una legge nazionale che non poteva ovviamente prevalere su quella comunitaria di cui doveva solo recepire i contenuti. Il senso della V.A.S. è infatti che i cittadini possano partecipare con facoltà decisionale a procedimenti che abbiano ricadute sull’ambiente in cui vivono. Questo è certo il caso di uno strumento urbanistico con cui si decide quale sarà lo sviluppo del territorio. L’adozione è la parte fondamentale di un piano regolatore perché ne stabilisce le linee guida. Ed escludere la popolazione da questa fase significa rendere nulla la possibilità di incidere realmente sulle scelte dell’amministrazione pubblica.

Risulta quindi impossibile ora sanare un tale vizio procedurale, nonostante le richieste di varie associazioni ambientaliste che hanno partecipato (sapendolo) alla fittizia V.A.S. poi indetta dall’amministrazione comunale dopo l’adozione del PRGC. Si esporrebbe altrimenti  l’intero Comune alle sanzioni dell’Unione Europea e alle ricadute penali e civili su ogni singolo consigliere comunale che dovesse votare in violazione di legge.

E d’altronde se il problema è quello del paventato ritorno alla normativa urbanistica   precedente  in attesa di un nuovo PRGC predisposto secondo i crismi di legge la soluzione non è nemmeno molto difficile. Basta adottare nelle zone a rischio di interventi a danno dell’ambiente e del paesaggio delle varianti parziali al PRGC vigente che blocchino le possibilità edificative fino a quando il nuovo strumento urbanistico non le metterà definitivamente sotto tutela.

Per approfondimenti si rimanda al precedente intervento della nostra associazione sulle strumentalizzazioni in corso sul piano regolatore di Trieste.

FOTO: L’AREA DI UNO DEGLI ULTIMI INTERVENTI DI CEMENTIFICAZIONE SULLA COSTIERA TRIESTINA

(delibera n° 17 di consiglio Comune di Trieste emessa in data 22/3/2010 – relatore Assessore DIPIAZZA – P.R.P.C. di iniziativa privata, pp.cc. n.ri 1061/1, 1061/2, 1062, 1063, 1064/1 e 1064/2 del C.C. di Santa Croce).