Trieste, 26 febbraio 2012
Nella mattinata del 25 febbraio 2012 si è svolto il primo presidio di protesta contro l’arrivo dei rifiuti della Campania davanti all’inceneritore di Trieste. La manifestazione organizzata dalle associazioni Alpe Adria Green, Greenaction Transnational, Legamjonici, e a cui hanno aderito il movimento Trieste Libera e il movimento 5 stelle di Trieste, rappresenta l’avvio di una campagna di opposizione nei confronti della cosiddetta operazione di “solidarietà” per risolvere l’emergenza dei rifiuti creata dalle ecomafie in Campania. L’operazione “solidarietà”, non è nient’altro che lo smaltimento incontrollato dei rifiuti campani in altre regioni italiane. Tra queste la Puglia con Taranto, e il Friuli Venezia Giulia con Trieste. Nella sola Trieste ben 25.000 le tonnellate di rifiuti indifferenziati che sono stati inviati all’inceneritore cittadino. Rifiuti di cui non si conosce la qualità, che spesso fanno scattare l’allarme radioattività, e che vengono perlopiù bruciati di notte per evitare possibili contestazioni. Una gestione al di fuori della legislazione comunitaria e che vede complici le fin troppo assenzienti amministrazioni pubbliche locali, tutte unite – a scapito della salute dei propri cittadini – a difendere quello che in definitiva è solo un grosso affare. Un affare che crea ulteriore grave inquinamento estendendolo ora a livello internazionale. Mentre le scorie dell’incenerimento (almeno 8.000 tonnellate contenenti ceneri pesanti e leggere con il loro letale carico concentrato di inquinanti) non si sa nemmeno dove vadano a finire, le emissioni gassose alle diossine che fuoriescono dal camino di 100 metri di altezza dell’inceneritore si diffondono in un’area di una cinquantina di chilometri investendo pienamente la vicinissima Slovenia.