Il fenomeno dello scarico di rifiuti tossico nocivi nella rete fognaria di Trieste rappresenta un problema irrisolto, e che nasconde molto probabilmente un sistema di smaltimento illecito continuato nel tempo e frutto di una struttura organizzata. La rete fognaria dell’attuale Territorio Libero di Trieste versa da anni in condizioni precarie con un sistema di depurazione delle acque reflue costoso ed inefficiente.

Per tale motivo la Commissione Europea ha avviato un procedimento di infrazione in corso per l’inquinamento portato all’intero Golfo di Trieste (il principale collettore fognario di Trieste scarica i reflui con una condotta sottomarina di 7,5 km in prossimità delle acque marittime della Slovenia.

Da considerare inoltre che non tutta la rete fognaria è servita dai pur malfunzionanti depuratori. Buona parte del Comune di Muggia e della costiera triestina, oltre Grignano, non risultano esservi allacciati. Ed è proprio in queste zone “scoperte” che si assiste con preoccupante frequenza al fenomeno delle “acque verdi”. In un tombino di Via del Pucino (altezza numeri civici 61/63) è stato possibile riprendere queste strane acque di scarico che sembrano essere il prodotto di scarti di attività industriali. Qualche metro più sotto, nel fitto del bosco, si trova quella che sembra una vasca di decantazione abusiva con le sue acque ristagnanti.

La via in questione è situata nella parte alta di Grignano occupata dalle molte ville e villette frutto di una scellerata cementificazione del territorio. Altrettanto la parte sottostante, quella che da Miramare (parco naturale circondato dal cemento della speculazione edilizia) porta fino a S. Croce. Un’area ad intensa urbanizzazione, in terreni ad elevato rischio idrogeologico sottoposti ad un vincolo paesaggistico regolarmente aggirato, nella quale si trovano le abitazioni delle persone della “Trieste bene”. Con fognature e piscine abusive che scaricano direttamente a mare o nel terreno.

La presenza dei misteriosi scarichi di acque verdi era emersa per la prima volta nel 2007, quando uno sversamento (foto sotto) aveva interessato il Rio Ospo nel Comune di Muggia in piena zona industriale.