Il Ministro dell’Ambiente italiano Clini ha comunicato che è in fase di verifica la possibilità di avviare una nuova procedura di Valutazione di Impatto Ambientale per il terminale di rigassificazione della spagnola Gas Natural nel porto di Trieste. La posizione del ministro dell’Ambiente prende atto delle opposizioni manifestate nei confronti del rigassificatore dalla stessa autorità portuale di Trieste e da un importante operatore del porto, ovvero la SIOT società che gestisce il terminale petrolifero del porto di Trieste, a ridosso del quale è stato proposto il terminal gas.
Il passo indietro deciso dalle autorità italiane sembra peraltro dovuto anche alla forte opposizione manifestata dalla Repubblica di Slovenia, pronta a rivolgersi alla Commissione Europea per aprire il contenzioso con l’Italia nel caso in cui fosse dato il via libera definitivo ad un impianto che metterebbe a rischio ambiente, sicurezza e traffici marittimi nell’intero Golfo di Trieste, con ripercussioni negative sul vicino porto di Koper-Capodistria.
Anche il Commissario Europeo all’Ambiente Janez Potocnik aveva espresso pochi giorni fa perplessità sul modo adottato dall’Italia per eludere su questo progetto le normali procedure autorizzative previste dalla legislazione comunitaria, che prevedono una Valutazione Ambientale Strategica transfrontaliera con la vicina Slovenia, e che sono state completamente omesse dall’Italia che ha cercato così di imporre il pericoloso rigassificatore al Paese confinante estromettendolo nei fatti da qualsiasi effettiva valutazione ambientale.
Nel frattempo la questione è stata sollevata a livello internazionale con richiesta di intervento al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite essendo il Porto Franco Internazionale di Trieste un ente del Territorio Libero di Trieste, Stato indipendente al di fuori della giurisdizione italiana come stabilito dal Trattato di Pace del 1947, vigente dal 15 settembre 1947.