La critica situazione del traffico nelle autostrade del Friuli Venezia Giulia è esplosa con prepotenza nel corso di questa estate. Il punto più critico dell’intera rete viaria è risultato come al solito il tratto terminale dell’autostrada verso Trieste, ovvero il casello del Lisert, un vero imbuto in cui sfocia l’intero traffico da e per l’Italia dei pendolari dell’est e dei vacanzieri estivi diretti alle spiagge croate. Si è arrivati a paurosi ingorghi con code di 25 Km e con estenuanti attese di ore per gli sventurati automobilisti intrappolati nei loro veicoli arroventati dal sole estivo (con la necessità di tenere il motore acceso per fare funzionare il climatizzatore, creando quindi gravi problemi di inquinamento atmosferico anche per i centri abitati in prossimità dell’autostrada). E non sono mancate le tragedie come la morte di una donna colpita da malore e prigioniera nell’automobile incolonnata.

 

 

 

 

 

Ma perché si è arrivati a questa situazione ingestibile? Le concause di questa disastro sono tante:

  • l’apertura del passante di Mestre ha fatto sì che venissero bypassate le barriere di Venezia e Venezia est che fungevano parzialmente da tappo accelerando l’arrivo delle auto da Milano (quindi Svizzera), dal confine con la Francia e dal sud Italia;
  • la mancanza di una progettazione globale per la A4 che, a fronte della realizzazione del passante, individuasse i problemi che sarebbero sorti dalla sua presenza: per cui la realizzazione (almeno) della terza corsia (perché anche una quarta non sarebbe proprio superflua) e l’ampliamento di 2 caselli (Lisert e Villesse) dovevano essere individuate assieme alla costruzione del passante. Resta comunque tutta una serie di colli di bottiglia lungo tutta la rete che creano code improvvise di km: 3/4 km dalla confluenza del passante sulla A4 verso Trieste, dove è ancora in piedi la vecchia barriera di Venezia Est che nessuno ha ancora provveduto a smantellare. C’è una specie di “chicane” che gli gira intorno e in condizioni di traffico normale, durante la settimana, la si attraversa tra i 40 e i 60 kilometri orari. Poi c’è lo svincolo di Palmanova, dove al momento si passa da due ad una corsia causa intersezione con la A23, creando un altro collo di bottiglia. Il casello del Lisert è l’ultima barriera di un’autostrada costruita negli anni ‘60 e con tratti scavati nella roccia carsica. Questo casello è letteralmente incastrato tra i monti, impossibile o costosissimo allargarlo. Trascuriamo inoltre il fatto che i vacanzieri diretti verso la Croazia (dove i costi sono più bassi e il mare è decisamente migliore) devono passare il confine tra Slovenia e Croazia dove ancora esiste la dogana (ovvero altre code che pure qui hanno raggiunto le decine di chilometri);
  • l’inutilità della nuova autostrada per Sacile-Conegliano, aperta nei fine settimana d’estate, che in alcuni momenti era quasi completamente deserta;
  • la carenza di segnalazioni lungo l’asse della A4, in particolare segnalazioni in lingue straniere: è inutile segnalare che si viaggia sicuri con Viacard o che si devono allacciare le cinture, dandone comunicazione solo in italiano. Oltretutto la segnaletica è ancora fuorviante su un’indicazione in particolare: il casello più indicato per chi proviene da Venezia e si dirige verso Ungheria, Slovenia, Ucraina, Romania, Russia, non è quello del Lisert ma quello di Villesse; dalla realizzazione del Corridoio 5 che, passando per Gorizia/Nova Gorica e costeggiando il Monte Nanos si riallaccia all’autostrada slovena che porta a Lubiana, è possibile bypassare il Lisert e risparmiare circa 30 km per arrivare a Lubiana. Nessuno lo sa perché le indicazioni al casello di Villesse parlano solo di Nova Gorica e Gorizia (e di Ikea ovviamente). Perché questo? Per evitare di far scoppiare un casello dotato di due piste automatiche (che gli stranieri non sanno usare), due piste manuali e una pista manuale d’emergenza nascosta dietro al casello e sfruttata solo nei momenti di emergenza;
  • la caduta dei confini e l’ingresso nell’Unione Europea di paesi come la Romania ha incrementato il traffico su gomma in maniera esponenziale in Italia, non solo quello commerciale ma anche quello degli immigrati che durante le ferie tornano al paese d’origine. E’ frequentissimo vedere, oltre agli autobus della Atlassib, ormai una potenza internazionale nel trasporto di persone verso la Romania, centinaia di furgoni a 9 o più posti che si dirigono in particolare verso Romania, Bulgaria e Ucraina;
  • tutto ciò accade durante le ferie, per cui gli organici di Autovie Venete e Autostrade per l’Italia sono rimpolpati con massicci innesti di stagionali e interinali che non possono sopperire alle loro ovvie carenze di esperienza (molti hanno solo tre/quattro giorni di corso alle spalle quando vengono scaraventati allo sbaraglio in pista a luglio) con la sola buona volontà. Quindi, anche se al casello del Lisert in cui è possibile attrezzare 5 piste manuali alla volta (cioè con esattore) ci sono 10 esattori che lavorano con pause più che umane di mezz’ora ogni ora, si tratta spesso di interinali che non possono avere la velocità e le capacità di gestione dei problemi di un dipendente fisso;
  • la quasi totale assenza (sempre per carenze di organico e mezzi) delle forze dell’ordine a presidiare i caselli nei momenti d’emergenza. Non parliamo di ambulanze, e tanto meno di protezione civile (totalmente assente). Gli unici che cercano di prestare assistenza sono come sempre gli ausiliari di Autovie che però sono troppo pochi per gestire una marea di 20/25 km di automobili incolonnate. La carenza di controlli è pesante anche per il fatto che il divieto di transito ai mezzi pesanti nei fine settimana e nei giorni da bollino nero non può esser fatto rispettare seriamente, motivo per cui si vedono spesso al Lisert passare più TIR in fila con targhe polacche, turche, russe, persino iraniane, senza che nessuno abbia verificato se erano autorizzati;
  • in almeno 5/6 occasioni Autovie si è trovata nella condizione di liberalizzare il transito poiché le code stavano diventando colossali. In ogni caso la liberalizzazione è durata al massimo una trentina di minuti poiché essa serviva solo a spostare il problema 5/6 km più avanti, visto che il piccolo distributore di Duino veniva invaso dai turisti e polizia e carabinieri si trovavano costretti a chiuderne l’accesso. Dopo 30 minuti di traffico liberalizzato, infatti, la coda di auto alle spalle del casello era completamente ferma e l’unica soluzione era quella di rimettere il transito a pagamento;
  • la conoscenza del sistema di pagamento delle autostrade italiane è meno diffusa di quanto si possa pensare. Ciò crea notevoli problemi soprattutto in fase di esazione: gli utenti stranieri (che però sono la maggioranza) non conoscono o apprezzano l’uso del telepass (si parla del 18% di transiti con telepass in estate contro il 50% degli altri mesi); non conoscono la simbologia delle piste di esazione italiane, per cui spesso arrivano al telepass per pagare in contanti e creano ovviamente code; spesso non prendono il biglietto in ingresso per cui poi l’esattore perde tempo con la procedura di mancato pagamento creando ulteriore coda; spesso inceppano le porte automatiche inserendo biglietti, denaro e carte di credito nelle fessure sbagliate; non parlano italiano né inglese per cui, non riuscendo a capirsi con gli operatori delle porte automatiche, abbandonano l’auto nella pista e vanno a piedi a cercare aiuto dai casellanti; non si fidano delle uscite consigliate e preferiscono restare in coda; gli automobilisti non conoscono l’uso del navigatore e chiedono consiglio ai casellanti rallentando i tempi tra un’esazione e l’altra;
  • l’apertura in prossimità dei caselli di un numero spropositato di centri commerciali e outlet, aperti spesso e volentieri anche nei fine settimana.

 

Tutto ciò ha comportato che nei fine settimana di inizio agosto si sono verificate code anche di 20/25 km (cioè che iniziavano ben oltre Villesse), in cui gli automobilisti sono stati lasciati in balia di se stessi, privi di qualsiasi assistenza se non quella limitata di Autovie, con i motori accesi in folle/prima marcia per anche tre ore consecutive.

La situazione più critica nella notte tra venerdì 6 e sabato 7 quando i chilometri hanno toccato quota 20, a causa ancora una volta dei mezzi pesanti che nella notte hanno ricominciato a circolare (dalle 24 alle 7). Il traffico sulla A4 diretto a Trieste ha avuto medie orarie di transiti che hanno sfiorato più volte i 3 mila veicoli ora e non sono mai scese sotto i 2 mila e trecento.

Il passante si è rivelato un’arma a doppio taglio: un ingorgo di 30 km ha creato il caos Sabato 1 Agosto nella zona di Mestre. Una coda record di 30 km ha dimostrato che il sistema non ha funzionato e le reazioni non sono tardate ad arrivare: i servizi non hanno funzionato, il traffico non è stato deviato su altri percorsi, la confluenza della A4 è restata critica per il passaggio dalle 5 corsie totali alle sole 2 del vecchio tratto. Il giorno successivo l’ANAS ha ripartito il traffico tra il Passante e la Tangenziale rafforzando segnaletica e messaggi agli automobilisti.

I rimedi adottati dalle amministrazioni pubbliche e dei gestori dell’autostrada per cercare di superare questa emergenza continuata si sono rivelati assolutamente inadeguati, e in alcuni casi controproducenti.

Come ad esempio l’esperimento di liberalizzazione forzata a fasce orarie. Altrettanto inutile la decisione concertata da Regione, Comuni, gestore della tratta e protezione civile di far uscire parte del traffico autostradale in transito verso i Paesi dell’Est ai caselli di Redipuglia e Villesse, farlo proseguite per Ronchi e Monfalcone, per poi fargli riprendere l’arteria autostradale al Lisert per proseguire per l’estero. Una goccia nel mare poi l’assunzione di altri interinali in agosto (ma il numero di piste disponibili rimane sempre quello).

Nessuno si è preoccupato di valutare l’inquinamento che devono sopportare i Comuni di Ronchi dei Legionari, Monfalcone, Doberdò e Duino Aurisina (pensiamo solo al tratto tra Lisert e Duino, di una notevole bellezza naturale e già deturpato dalla cartiera) a causa dei residui di benzene, olii, particolato ecc. che si riversano dall’autostrada, per non parlare degli effetti sulla salute degli automobilisti stessi, costretti a respirare per ore lo scappamento delle auto attorno a loro, e dei casellanti (che almeno lavorano i cabine più o meno pressurizzate).

Da molti anni, enti locali, sindacati, associazioni di categoria, associazioni ambientaliste, privati cittadini (anche attraverso raccolta di firme) sostengono, in modo documentato, la necessità di liberalizzare il tratto autostradale dell’A4 fra i caselli di Villesse e Lisert. Anche recentemente, all’interno del Patto per lo Sviluppo, è stato osservato che solo così si potrà ottenere un buon grado di funzionalità della piattaforma logistica isontina, formata da porto, aeroporto e autoporti, infrastrutture su cui l’intera Regione confida per promuovere lo sviluppo del Friuli Venezia Giulia.

Inoltre la liberalizzazione risolverebbe il problema dell’attraversamento dei Comuni posti lungo il percorso delle SS 305 e SS14 dove di fatto si snoda attualmente un intenso traffico, che si prospetta in significativo aumento anche per effetto dell’attrazione esercitata dai nuovi centri commerciali posti a Villesse, Ronchi e Monfalcone. Tale traffico determina già ora difficoltà per la vita locale. Adottando una viabilità esterna consentirebbe inoltre ai pendolari di poter confidare su tempi più certi di percorrenza nel tragitto fra Gradisca e Monfalcone.

 

Alcune possibili soluzioni:

A breve termine

  • allestire segnaletica multilingue;
  • istituire un Piano di emergenza estivo che coinvolga le forze dell’ordine, la Regione, la fantomatica protezione civile e il 118 affinché la barriera del Lisert e tutta la tratta fino a Villesse siano presidiate costantemente nei giorni di punta. Sarebbe ideale la presenza fissa nel piazzale del casello di almeno una volante e di un mezzo di soccorso, oltre che la presenza di personale multilingue (fornito dalla Regione?) a sostegno dell’assistenza clienti (Punto Blu) di Autovie per informazioni e quant’altro. Apertura del Punto Blu 24h su 24 nei giorni di punta per evitare che i casellanti perdano tempo a risolvere problemi di esazione rallentando la fila;
  • predisporre un Piano di emergenza annuale che affronti i problemi degli incrementi dei traffici su gomma nell’intera rete autostradale regionale, con particolare attenzione al trasporto di sostanze pericolose (gas, sostanze chimiche ecc.); il Piano di emergenza deve prevedere che ogni camion che trasporta sostanze pericolose debba essere controllato anche via satellite e che vengano garantite distanze di sicurezza maggiori ed effettive rispetto agli altri veicoli circolanti; deve essere previsto un numero massimo di autocisterne con sostanze pericolose-nocive (vedi elenco legge Seveso) che possono circolare in un tratto di autostrada (quindi ingressi scaglionati).

 

A medio termine

  • vista la difficoltà di ampliamento del casello del Lisert, che trovandosi in area carsica comporterebbe notevoli problemi sia dal punto di vista ambientale che tecnico, sarebbe opportuno intervenire sugli svincoli di Villesse e Redipuglia che garantirebbero così un deflusso controllato evitando gli ingorghi;
  • è necessario ampliare il Corridoio 5 almeno fino all’area antistante l’aeroporto di Ronchi dei Legionari, operazione che dovrebbe essere affiancata da un collegamento ferroviario veloce verso Gorizia. Ronchi dei Legionari e Monfalcone, soprattutto in alcune ore della giornata, vengono attraversate da un traffico veicolare di pendolari che sono diretti verso il capoluogo regionale con logiche conseguenze sulla qualità dell’aria. L’attuale autostrada rappresenta, di fatto, la naturale circonvallazione ai 2 centri. Purtroppo il fatto che sia a pagamento e che ci sia un tempo di attesa al casello, sono elementi che ne disincentivano fortemente l’utilizzo;
  • in previsione della terza corsia che creerà un ulteriore effetto imbuto verso il Lisert, bisognerebbe liberalizzare il tratto Villesse-Lisert costruendo un casello al passo coi tempi al posto dell’attuale casello sottodimensionato di Villesse. La proposta consentirebbe oltretutto di evitare ulteriori interventi ai caselli di Villesse, Redipuglia e Lisert, con un evidente risparmio economico;
  • l’introduzione di una eventuale vignetta per il nord est sarebbe utile solo se si potessero attuare i rigidi sistemi di controllo che ne consentono la piena operatività – con notevole successo – nella vicina Slovenia;
  • consentire ad Autovie Venete e Autostrade per l’Italia di aumentare gli organici in modo che situazioni di emergenza possano essere gestite da personale fisso e non da personale interinale preparato superficialmente;
  • incentivare con sconti, promozioni e campagne pubblicitarie l’utilizzo del Telepass, in particolare il Telepass unico europeo che dovrebbe prendere il via dal prossimo anno.