SI TRATTA DEL CARGO DANESE “SEA BIRD”: TRA KOPER-CAPODISTRIA, VENEZIA E TRIESTE IL TRAFFICO DELLE SCORIE “SPORCHE” ALL’INSAPUTA DELLA POPOLAZIONE

Dieci lamine di combustibile irraggiato MTR (lamine Petten), n° 91 elementi di combustibile irraggiato MTR (Tipo Triga), una sorgente neutronica. E’ questo il carico di rifiuti radioattivi che sta per arrivare nel porto di Trieste per essere imbarcato sul cargo SEA BIRD del vettore Danese J. Poulsen.

Un carico di rifiuti “atomici” scomodissimo tanto che le autorità italiane in accordo con quelle slovene hanno cercato di stendere su questo trasporto un velo di “sana omertà” non mettendo a disposizione della popolazione le informazioni necessarie alla prevenzione. Informazioni obbligatorie secondo il diritto comunitario, ma che renderebbero evidente una scelta perlomeno infelice quale quella del piccolo e trafficato Golfo di Trieste per una simile attività ad altissimo rischio.

Si tratta di una scelta dettata da motivi squisitamente economici. Oltre ai rifiuti radioattivi italiani,  ce ne sono altri che provengono da vari paesi e che vengono imbarcati nel porto sloveno di Koper-Capodistria, rendendo così conveniente la convergenza nell’alto Adriatico della spazzatura nucleare europea. Dei rifiuti arrivati in Slovenia non si sa nulla di preciso. Se non che, probabilmente, sono già stati caricati sulla SEA BIRD approdata nel porto di Koper lunedì scorso. Poi il cargo danese dei “veleni radioattivi” ha fatto rotta su Venezia dove si trova ora all’ormeggio. Da qui dovrebbe fare una puntata a Porto Marghera (??) e poi dirigersi verso l’ultima tappa, ovvero Trieste (dove dovrebbe arrivare lunedì 5 novembre per caricare le scorie nucleari italiane al Molo VII).

A Trieste la SEA BIRD dovrebbe imbarcare quindi l’ultima tranche dei rifiuti radioattivi. Che sono appunto gli unici di cui siamo riusciti a trovare informazioni: 10 lamine di combustibile irraggiato provenienti dal deposito Eurex di Saluggia (si tratterebbe di materiale radioattivo proveniente dalla centrale nucleare sperimentale olandese di Petten), 91 elementi di combustibile irraggiato MTR Tipo Triga provenienti da un reattore nucleare di ricerca situato a Pavia, più una “sorgente neutronica” sconosciuta (centrale nucleare dismessa?).

Nulla si sa invece dei rifiuti radioattivi “sloveni” (centrale nucleare di Krško?) ed “europei” ora entrati in territorio italiano. Rifiuti radioattivi che risulterebbero peraltro provenire in parte dall’Austria dove le stesse autorità pubbliche avrebbero mantenuto il massimo riserbo sul carico.

E così la nave radioattiva coperta da un segreto di Stato piuttosto perforabile sta navigando con il suo carico letale nel Golfo di Trieste. Senza che alcuna campagna di prevenzione sia stata attuata per preparare la popolazione alle conseguenze di un possibile incidente o attentato. E senza che gli stessi operatori portuali che dovranno trasbordare i pericolosi container siano mai stati addestrati in base all’obbligatorio Piano di Emergenza Esterno che per “sicurezza” le autorità pubbliche tengono segretato. Irresponsabilità criminale.

PROCEDURA DI EMERGENZA PER L’IMBARCO DEI RIFIUTI RADIOATTIVI SULLA M/N SEA BIRD NEL PORTO DI TRIESTE

Dove si trova la SEA BIRD (inserire il nome della nave nel campo di ricerca): http://www.marinetraffic.com/ais/