A GENNAIO IL PROCESSO A ROBERTO GIURASTANTE PER AVERE DENUNCIATO GLI INQUINAMENTI TRANSFRONTALIERI

E’ iniziato con un rinvio il processo a Roberto Giurastante responsabile di Greenaction Transnational e membro del comitato esecutivo del network ambientalista italo-sloveno-croato Alpe Adria Green. Il Tribunale di Trieste, giudice Francesco Antoni, ha rimandato il dibattimento al 16 gennaio 2009 vista l’impossibilità dell’avvocato difensore a presenziare all’udienza.

Giurastante è stato rinviato a giudizio per avere presentato una denuncia alle autorità italiane ed europee contro gli inquinamenti dell’aria e del mare prodotti in Italia, Slovenia e Croazia dall’inceneritore e dal depuratore della città di Trieste.

Per questa denuncia il Procuratore della Repubblica di Trieste Nicola Maria Pace ha infatti emesso contro di lui un “decreto penale”, che in Italia consente di accusare, indagare e condannare una persona senza nemmeno avvisarla (e senza processo), affermando che egli non rappresenterebbe l’associazione per la quale all’epoca (2007) la aveva presentata. Giurastante nel 2007 era segretario dei Friends of the Earth Trieste.

La tesi dell’accusa è che Giurastante avrebbe falsamente rappresentato i Friends of the Earth Trieste al “fine di procurarsi il vantaggio costituito dalla maggiore rappresentatività delle denunce sporte in quanto all’apparenza riconducibili ad una associazione ambientalista di rilevanza nazionale”.

Il modo di condurre l’inchiesta (condanna preventiva senza possibilità di difesa) e il tipo di accusa non possono che destare fortissime perplessità. Non si vede ad esempio quale potrebbe essere l’indebito vantaggio ottenuto da Giurastante, e tanto meno il dolo, dal momento che si discute di una segnalazione motivata e documentata di reati, nell’ordinamento italiano l’azione penale è obbligatoria e la responsabilità penale per la denuncia è personale. Ed appare invero paradossalmente oltraggiosa la tesi accusatoria secondo cui una maggiore o minore rappresentatività del denunciante potrebbe o dovrebbe indurre “in errore” i magistrati italiani, inducendoli a procedere o meno al compimento di atti dovuti ed a porre maggiore o minore solerzia nelle indagini.

Questo processo serve in realtà a negare a Giurastante ed agli ambientalisti il diritto legale di opporsi all’archiviazione di una denuncia che tocca interessi e responsabilità degli influenti amministratori, politici ed organi giudiziari di Trieste che non hanno ancora fatto cessare questi ed altri inquinamenti gravi e documentati.

Giurastante è l’autore delle principali indagini e denunce, anche a livello europeo, contro gli inquinamenti industriali nella provincia di Trieste, la violazione delle norme di sicurezza sugli impianti pericolosi (Legge Seveso) e la violazione dell’obbligo di informazione e prevenzione sul rischio nucleare relativo al porto ed alla vicina centrale slovena di Krsko.

Proprio recentemente il Parlamento Europeo ha recepito una denuncia dell’ambientalista triestino relativa al terrapieno di Barcola, una delle grandi discariche a mare dell’alto Adriatico dove venivano scaricate le ceneri degli inceneritori del nord Italia. L’inchiesta della Procura della Repubblica di Trieste su questo grave inquinamento coordinata dal Procuratore Nicola Maria Pace (la discarica con il suo carico di diossina si trova in piena zona balneare) si era rivelata inefficace chiudendosi con un’archiviazione per prescrizione dei reati.