IL PORTO DI TRIESTE IN OSSERVAZIONE SPECIALE DALL’UNIONE EUROPEA

Trieste, 15 marzo 2013

Con comunicazione dell’8 marzo la Commissione per le petizioni del Parlamento Europeo ha comunicato a Greenaction Transnational che a seguito della discussione del 22 gennaio avvenuta a Bruxelles sulle petizioni 0483/2007 e 1147/2008 relative ai progetti dei terminali di rigassificazione nel Golfo di Trieste e alla violazione della Direttiva Seveso, la Commissione ha allargato l’inchiesta coinvolgendo anche la commissione per l’industria, la ricerca e l’energia, e quella per la sanità pubblica e la sicurezza alimentare.

La Commissione per le petizioni ha inoltre inviato una specifica richiesta all’Italia, alla Slovenia e alla Croazia per ulteriori informazioni sulle misure che i tre Paesi hanno intenzione di adottare per garantire il rispetto delle prescrizioni legislative europee in merito alle situazioni denunciate.

Le denunce di Greenaction riguardano la violazioni delle norme comunitarie sulla Valutazione Ambientale dei progetti dei due terminal di rigassificazione nel Golfo di Trieste e sulle carenze nell’attuazione della Direttiva Seveso per la sicurezza degli impianti industriali a rischio di incidente rilevante.

Nella seduta del 22 gennaio a Bruxelles al Parlamento Europeo il confronto tra le parti (Commissione Europea, Greenaction-Alpe Adria Green, Parlamento Europeo) aveva permesso di fare emergere le ulteriori criticità della realizzazione dei due terminal gas proposti dall’Italia nel porto di Trieste ed in mezzo al Golfo.

Come evidenziato nell’intervento di Roberto Giurastante (Greenaction) la realizzazione di questi impianti è comunque impossibile in base allo speciale status giuridico del Porto Franco Internazionale di Trieste regolamentato dall’Allegato VIII del Trattato di Pace del 1947 che lo rende con la sua circoscrizione marittima ente di Stato del Territorio Libero di Trieste, che non è uno Stato membro della U.E. e quindi si trova al di fuori dell’applicazione delle stesse normative comunitarie.