“INCRIMINATO” PERCHÉ AVEVA DENUNCIATO GLI INQUINAMENTI TRANSFRONTALIERI E GLI INQUINAMENTI CONTINUANO IMPUNITI

Il Tribunale di Trieste (giudice dott. Francesco Antoni) ha infine assolto “perché il fatto non sussiste” il dirigente ambientalista Roberto Giurastante, contro cui la Procura locale aveva emesso un decreto penale di condanna a seguito di una sua denuncia degli inquinamenti transfrontalieri causati da impianti industriali della città a ridosso dei confini con Slovenia e Croazia.

Si tratta in particolare delle emissioni  dell’inceneritore di rifiuti urbani, della Ferriera di Servola e del depuratore fognario della città, che scarica il liquami al largo con una condotta sottomarina.

Roberto Giurastante, dal 2008 responsabile di Greenaction Transnational e membro di Alpe Adria Green (network ambientalista italo-sloveno-croato), aveva presentato la denuncia quale segretario del club di Trieste dei FoE – Friends of the Earth (Amici della Terra, e l’iniziativa era stata rilanciata a Bruxelles dall’europarlamentare liberaldemocratica slovena Mojca Drcar-Murko.

Mentre l’allora Procuratore capo di Trieste, dott. Nicola Maria Pace, aveva contestato al denunciante la rappresentanza dell’associazione, emettendo contro di lui un “decreto penale” di condanna (che in Italia consente di accusare, indagare e condannare una persona senza avvisi né processo).

La condanna si fondava sull’esistenza di un contenzioso aperto da Rosa Filippini quale presidente di Amici della Terra Italia (Roma), contraria alle attività investigative e di denuncia dei triestini contro inquinatori e complicità politiche.

Nel processo di revisione, avviato su  ricorso di Giurastante con l’avv. Livio Bernot ed ora concluso con la piena assoluzione, la Procura ha fatto deporre Filippini insistendo nella richiesta di una condanna a due mesi di carcere, cui il difensore ha opposto che:

“invece di effettuare le doverose indagini sui gravi reati ambientali segnalati è stato avviato un incredibile procedimento penale contro il denunciante,  violando anzitutto  il diritto fondamentale dei cittadini alla tutela della loro salute”.

La vicenda è stata seguita anche dai media sloveni e croati.

Greenaction Transational ricorda di avere documentato come Trieste e dintorni vengano utilizzati impunemente da decenni anche per discariche di inquinanti estese dal Carso (in oltre 300 grotte e doline) al mare e ad un’ampia fascia costiera industriale, perciò dichiarata Sito inquinato d’interesse nazionale in previsione di costose bonifiche a carico della spesa pubblica.